La sindrome delle apnee ostruttive (OSA) è un disturbo respiratorio nel sonno, caratterizzato da ripetuti episodi di occlusione delle vie aeree superiori che provocano una desaturazione dell’ossigeno nel sangue e una frammentazione del sonno.
I sintomi dell’OSA possono essere distinti in sintomi notturni (russamento, pause respiratorie, risvegli con senso di soffocamento o con sensazione di bocca asciutta, sudorazione profusa, nicturia) e sintomi diurni (eccessiva sonnolenza diurna, deficit dell’attenzione e della memoria e difficoltà di concentrazione, cefalea al risveglio di breve durata, disfunzioni sessuali come riduzione della libido e deficit erettile).
Il russamento è il sintomo che più frequentemente porta il paziente a consultare il medico di medicina generale ed in seguito lo specialista. E’ interessante notare che la storia di russamento è in genere di lunga durata nell’uomo: nel giro spesso di alcuni anni si passa dal russamento occasionale, solo in posizione supina, a quello abituale (di tutte le notti) ed in ogni posizione corporea. Nelle donne, invece, il russamento e quindi l’OSA si presenta soprattutto in concomitanza con la menopausa.
Altro sintomo notturno frequente è la nicturia dovuta al rilascio del peptide natriuretico atriale da parte del miocardio, mediato dalla stimolazione dei recettori dell’atrio destro esposti ad elevate oscillazioni dalla pressione all’interno del torace: è importante ricordare che la minzione notturna del paziente OSA è generalmente caratterizzata da emissione di una discreta quantità di urina.
Nell’ambito dei sintomi diurni, l’eccessiva sonnolenza diurna è generalmente quello più associato all’OSA.
Numerosi studi prospettici e retrospettivi hanno evidenziato che l’OSA, proprio a causa di una aumentata tendenza alla sonnolenza o comunque ad una riduzione dei livelli d’attenzione, si accompagna ad un maggior numero di incidenti stradali, domestici ed in ambito lavorativo. Tuttavia, una recentissima revisione sistematica della letteratura (1) ha evidenziato che il 35% dei pazienti OSA presenta una insonnia: in particolare, si tratta soprattutto di un disturbo di mantenimento del sonno (frequenti risvegli), piuttosto che una difficoltà di addormentamento. Inoltre, l’insonnia associata all’OSA è più frequente nel sesso femminile.
Le possibilità terapeutiche dell’OSA sono diverse, generalmente da decidere in base alle caratteristiche dell’individuo e alla gravità della sindrome. E’ bene ricordare che bisogna intervenire anche in caso di OSA lieve, poiché la progressione verso una forma più grave è in genere la regola.
Alcuni rimedi, che entrano anche in un quadro di prevenzione, implicano cambiamenti nello stile di vita: evitare l’alcol, fare pasti serali leggeri, smettere di fumare e perdere peso. Sicuramente dimagrire è importante, anche nei soggetti non francamente obesi: a volte 5-6 Kg in meno possono modificare significativamente il quadro respiratorio notturno.
Nei soggetti che presentano il problema respiratorio notturno solo quando dormono in posizione supina, è possibile utilizzare dispositivi che impediscono di dormire sulla schiena: recenti dispositivi di vario genere risultano essere più efficaci della classica pallina da tennis posta dorsalmente (2).
La CPAP è riconosciuta come trattamento di elezione.
Un’alternativa alla CPAP, per i pazienti che non la tollerano, è rappresentata dagli apparecchi di avanzamento mandibolare: diversi studi hanno dimostrato la loro efficacia, anche se di entità minore rispetto alla CPAP, come evidenziato sia dal report della AASM/American Academy of Dental Sleep Medicine task force, che da una recente meta-analisi di 14 trial randomizzati controllati (3).
Per quanto riguarda il trattamento chirurgico, l’avanzamento mandibolare nei soggetti con mandibola piccola e retroposta è molto efficace, soprattutto nei casi gravi di OSA.
Studi a lungo termine hanno però evidenziato un lieve aumento dell’indice di apnea-ipopnea nei soggetti operati dopo oltre 8 anni dal trattamento chirurgico (4).
Gli interventi ORL a livello del palato e della base della lingua, secondo una recente revisione sistematica e meta-analisi, hanno mediamente ridotto l’indice di apnea-ipopnea da 39.0 a 18.3: occorre rilevare comunque la grande eterogeneità dei vari studi, sia in termini di tipo di intervento che di tipologia di pazienti OSA (5).
BIBLIOGRAFIA
1) Zhang Y, Ren R, Lei F, et al. Worldwide and regional prevalence rates of co-occurrence of insomnia and insomnia symptoms with obstructive sleep apnea: A systematic review and meta-analysis. Sleep Med Rev. 2019; 45:1-17
2) Yingjuan M, , Siang WH, Leong Alvin TK, Poh HP. Positional Therapy for Positional Obstructive Sleep Apnea. Sleep Med Clin. 2019;14(1):119-133..
3) Ng JH, Yow M. Oral Appliances in the Management of Obstructive Sleep Apnea. Sleep Med Clin. 2019;14(1):109-118.
4) Camacho M, Noller MW, Del Do M et al. Long-term Results for Maxillomandibular Advancement to Treat Obstructive Sleep Apnea: A Meta-analysis. Otolaryngol Head Neck Surg. 2019 (in corso di stampa).
5) Mulholland GB, Jeffery CC, Ziai H et al. Multilevel Palate and Tongue Base Surgical Treatment of Obstructive Sleep Apnea: A Systematic Review and Meta-analysis. Laryngoscope. 2019 (in corso di stampa).
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